
Con questo ricordo voglio rendere omaggio ad un grande interprete della “corsa delle pietre”, tragicamente scomparso domenica 7 febbraio 2009 in un incidente rallystico nelle sue strade del pistoiese. Per Franco Ballerini, la Roubaix non era una corsa tra tante: era LA CORSA. Fin dalla sua prima esperienza nell’ “Inferno del Nord” nel 1989, Franco si innamorò perdutamente di questa corsa anacronistica. Da allora 13 edizioni portate sempre a termine. Nel 1991 assaporò per la prima volta la possibilità di vincerla; si vide le moto portarsi via Marc Madiot sull’ultimo settore di pavè e alla fine dovette accontentarsi del 4° posto. La beffa del 1993 che ho raccontato all’inizio sembrò allontanarlo da quest’amore. L’anno dopo, tra freddo, neve e fango, però era lì ancora, a lottare con la volpe Duclos, ma entrambi furono sfortunati, anzi “Ballero” subì l’ingiustizia del cambio ruote che si fermò ad aiutare il francese lasciando l’italiano solo; tutto questo mentre il moldavo, naturalizzato belga, Andrei Tchmil andava a vincere una delle edizioni più tragiche della corsa. Ballerini comunque ottene il podio grazie al terzo posto. Nel 1995 il nuovo assalto a quel ciottolo di pietra – il premio al vincitore - ; al Fiandre lavora per Musseaw, e la condizione si nota, ma nella Gand – Wevelgam, la sfortuna è sempre lì sulla strada di Ballerini; cade sulla discesa del Kemmelberg e si lussa la clavicola. Lui a Roubaix vuole esserci. Con un tutore speciale ed una bici da fantascienza prende il via. A 50 km dal traguardo lascia tutti e se ne va … sembra volare … sul Velodromè entra da solo … la gente è in piedi e scandisce il suo nome … Finalmente … la Roubaix è sua. Tre anni dopo arriverà anche il bis, ma la vittoria del 1995 resta quel primo bacio alla sua amata, che prima lo aveva sempre respinto.
Ciao Franco Ballerini!
Il Feffe per BoboSport
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