Bonfire heart
27 ottobre 2013
La canzone di questa settimana è una delle hit più suonate nelle radio italiane.
L'autore è una delle voci più apprezzate del panorama internazionale, James Blunt.
Buon ascolto e buona domenica da Raibobo.it
L'autore è una delle voci più apprezzate del panorama internazionale, James Blunt.
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CineBobo n° 116: Cattivissimo me 2
26 ottobre 2013
Cattivissimo me 2
Cast(voci): Max Giusti, Arisa, Neri Marcorè
Regia: Pierre Coffin, Chris Renaud
Genere: Animazione
Durata: 98 minuti
Produzione: USA 2013
Bello bello bello, decisamente bello! Un secondo all' altezza del primo.
Adoro gli sceneggiatori che realizzano anche la peggiore delle minchiate rendendola parte integrante di un film godibile sia da grandi che da piccini... Film comunque dalle linee molto moderne e cinematograficamente ben realizzato.Nota di merito ai Minion, di cui sono follemente innamorato. Unico neo: in Italia il film è doppiato da Arisa! Tristezza!
Consigliato... agli amanti del bsano cartoon
Sconsigliato... a coloro che appartengono alle forze del Male! ahhah
Ecco il trailer n° 1
E il n°2
Si ringrazia Pietro per la visione. Il riassunto della trama è a cura di FilmUp.
The silence
20 ottobre 2013
La canzone di questa domenica è di una interprete uscita da X-Factor UK.
Stiamo parlando di Alexandra Burke, voce molto possente, che è diventata celebre in Inghilterra con questo pezzo molto coinvolgente.
Buona domenica da Raibobo.it
Stiamo parlando di Alexandra Burke, voce molto possente, che è diventata celebre in Inghilterra con questo pezzo molto coinvolgente.
Buona domenica da Raibobo.it
Beppe Viola
19 ottobre 2013
Oggi il sito si fa serio per ricordare 31 anno dopo la sua scomparsa quello che è il mio modello di giornalista a cui ogni persona che sogna di fare quel lavoro vorrebbe assomigliare.
L'Anima vola
13 ottobre 2013
Una canzone tanto bella quanto delicata. Lei è Elisa e questo è il suo ultimo singolo.
Buona domenica da Raibobo.it
Buona domenica da Raibobo.it
Vajont 1963-2013
9 ottobre 2013
Io lo ricordo con le parole di Marco Paolini.
Per chi vuole vederlo in tv appuntamento Mercoledì 9/10 alle 23.55 su Raidue e Sabato alle 21.15 su Rai5
Parte 1
Parte 2
Per chi vuole vederlo in tv appuntamento Mercoledì 9/10 alle 23.55 su Raidue e Sabato alle 21.15 su Rai5
Parte 1
Parte 2
Fisico e Politico
6 ottobre 2013
Questa canzone nonostante i cantanti mi ispira molta fiducia.
Loro sono Luca Carboni e Fabri Fibra
Buona domenica da Raibobo.it
Loro sono Luca Carboni e Fabri Fibra
Buona domenica da Raibobo.it
Sala Ovale 2 OTTOBRE 2013
3 ottobre 2013
di Matteo Matzuzzi
La commedia forse è finita. O forse no, chi lo sa. Certo è che ciò cui abbiamo assistito in quest'ultima settimana sfiora ogni logica, la ragione e pure la fede. Non serve essere cattolici, buddisti o musulmani. Basta essere dotati di quel minimo di intelligenza per rendersi conto che lo spettacolo andato in scena in questi giorni è al limite tra il ridicolo e il patetico. Berlusconi si è incartato su se stesso, finendo per fare una figuraccia che passerà alla storia. Si è accorto di non avere più in mano il partito, di essere stato per mesi e forse per anni in balia di una cerchia tutt'altro disinteressata di falchi con canini appuntini e ugole urlanti. Ha ricostruito Forza Italia dandole un nucleo populista à la greca, puntando su un'ex fascista (Santanché), su un ex comunista (Bondi), su un ex socialista (Verdini) e su un ex radicale (Capezzone). Il risultato non poteva che essere quello che si è visto: l'ala moderata (o cosiddetta moderata) si è allontanata. I veri forzaitalioti della prima ora (Lorenzin) hanno preso le distanze da quel consilium presidiato da Ghedini & co. che ha orientato in questi mesi le scelte del Capo. Chiariamo subito: Letta è un giovane vecchio democristiano. E’ soporifero, balla sul filo dell’insussistenza politica. Insipido, noioso, mai deciso. Il discorso "storico" con cui ha chiesto la fiducia faceva pena. Lento, con riferimenti scontati e banali, pieno di promesse e rivendicazioni fuori luogo e ingigantite. Ma l’alternativa, qual è? Andare alle urne con un sistema politico che riprodurrà la stessa e identica situazione di oggi? Siamo seri, please. Lui andava spedito, dritto per la sua strada. Tanto Verdini gli assicurava che i traditori erano solo otto. E invece, quando ha scoperto che i ribelli erano più del doppio, ha mollato. "Votiamo la fiducia", ha detto parlando a braccio in Senato. Si è umiliato e, siccome è tutt'altro che stupido, ha capito che il 2 ottobre rappresenta un'altra tappa verso l'inesorabile tramonto. Che non è la decadenza da parlamentare, sia chiaro. Si può fare benissimo politica stando fuori dalle aule. Anzi, forse è pure meglio, Grillo docet. Ma con le giravolte sul voto di fiducia a Letta, innescato da lui stesso, ha mostrato tutta la sua debolezza, la sua incapacità di governare capre e pecore del suo gregge pidiellino. E quando gli attendenti non rispondono più al capo, il destino è segnato. In negativo.
La commedia forse è finita. O forse no, chi lo sa. Certo è che ciò cui abbiamo assistito in quest'ultima settimana sfiora ogni logica, la ragione e pure la fede. Non serve essere cattolici, buddisti o musulmani. Basta essere dotati di quel minimo di intelligenza per rendersi conto che lo spettacolo andato in scena in questi giorni è al limite tra il ridicolo e il patetico. Berlusconi si è incartato su se stesso, finendo per fare una figuraccia che passerà alla storia. Si è accorto di non avere più in mano il partito, di essere stato per mesi e forse per anni in balia di una cerchia tutt'altro disinteressata di falchi con canini appuntini e ugole urlanti. Ha ricostruito Forza Italia dandole un nucleo populista à la greca, puntando su un'ex fascista (Santanché), su un ex comunista (Bondi), su un ex socialista (Verdini) e su un ex radicale (Capezzone). Il risultato non poteva che essere quello che si è visto: l'ala moderata (o cosiddetta moderata) si è allontanata. I veri forzaitalioti della prima ora (Lorenzin) hanno preso le distanze da quel consilium presidiato da Ghedini & co. che ha orientato in questi mesi le scelte del Capo. Chiariamo subito: Letta è un giovane vecchio democristiano. E’ soporifero, balla sul filo dell’insussistenza politica. Insipido, noioso, mai deciso. Il discorso "storico" con cui ha chiesto la fiducia faceva pena. Lento, con riferimenti scontati e banali, pieno di promesse e rivendicazioni fuori luogo e ingigantite. Ma l’alternativa, qual è? Andare alle urne con un sistema politico che riprodurrà la stessa e identica situazione di oggi? Siamo seri, please. Lui andava spedito, dritto per la sua strada. Tanto Verdini gli assicurava che i traditori erano solo otto. E invece, quando ha scoperto che i ribelli erano più del doppio, ha mollato. "Votiamo la fiducia", ha detto parlando a braccio in Senato. Si è umiliato e, siccome è tutt'altro che stupido, ha capito che il 2 ottobre rappresenta un'altra tappa verso l'inesorabile tramonto. Che non è la decadenza da parlamentare, sia chiaro. Si può fare benissimo politica stando fuori dalle aule. Anzi, forse è pure meglio, Grillo docet. Ma con le giravolte sul voto di fiducia a Letta, innescato da lui stesso, ha mostrato tutta la sua debolezza, la sua incapacità di governare capre e pecore del suo gregge pidiellino. E quando gli attendenti non rispondono più al capo, il destino è segnato. In negativo.
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