La Sale Ovale: beata gioventù

28 febbraio 2010

Si fa un gran parlare del ruolo che le nuove generazioni stanno assumendo all’interno della nostra discussa società. Giovani lavativi, dediti solo al divertimento esasperato, con poca voglia di fare e tanta di poltrire. Sarà. C’è un aspetto, però, che merita attenzione, ed è il rapporto che questi ragazzi stanno avendo con la politica. C’è passione, c’è interesse verso un Mondo che ci appare sempre più imbarazzante, dove risse e urla la fanno da padroni. Eppure, nonostante tutto lo schifo che si vede e che si sente, i giovani d’oggi fanno la fila sotto la pioggia per votare alle primarie del Partito Democratico e partecipano con entusiasmo alle parate del Popolo della Libertà. Il motivo è, almeno a me, oscuro.
La nostra politica (europea ma italiana in modo particolare) è gerontocratica: i vecchi comandano, e il ricambio non esiste. Lo si vede dappertutto, non c’è distinzione tra destra e sinistra che tenga. Da noi, un quarantenne che si affaccia a qualche ruolo di rilievo di un partito è ritenuto “giovanotto”, ed è visto spesso con diffidenza dai panzoni che frequentano i sacri palazzi della politica da venti o trent’anni. Adolescenti e universitari, invece, sono mossi da una passione profonda, vera, confortante. L’impegno politico attivo è la migliore garanzia per la sopravvivenza di un sistema democratico, è la testimonianza che dopotutto non siamo un Paese addormentato o (peggio) in stato comatoso. D’altronde, prima o poi, saranno questi ragazzi a reggere le sorti dell’Italia e a pilotare questa derelitta zattera nell’ignoto mare del domani, di un terzo millennio che è già iniziato ma che promette di tutto e di più per i prossimi decenni. Bisognerà vedere (e questo sarà l’aspetto più interessante) se questa nuova generazione saprà emanciparsi dagli insegnamenti (per lo più cattivi) dei maestri che attualmente popolano la nostra vita politica.
Le possibilità di emergere non mancano, specie in un Paese che vive perennemente in campagna elettorale, in una lotta continua per aggiudicarsi qualunque cosa sia messa in palio: da un seggio in un minuscolo comune montano ad una poltrona in provincia, dalle regioni al Parlamento nazionale. Occasioni di esprimere il proprio eloquio non mancano, possibilità di far vedere di che pasta si è fatti sono sempre a disposizione. Basta saperle cogliere. L’augurio è che sappiano cogliere queste occasioni, e le sappiano cogliere al meglio, senza buttare tutto in un’inutile caciara.

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