Pechino 2008: un nome un perchè

21 aprile 2008

Da più parti nell’ultimo periodo, impegnato in Pane e Porcellum, mi veniva chiesto un parere sul problema di Pechino 2008.
Tutti sanno che l’8/8/08 a Pechino saranno inaugurati i giochi olimpici forse più discussi dopo i boicottaggi dei primi anni 80.
Motivo del contendere il problema Tibet: una regione occupata dalla Cina da penso una cinquantina d’anni che cerca in tutti i modi di ribellarsi alla potenza occupante.
Ha quindi senso portare il messaggio olimpico in un paese che a parere di molti non rispetta le libertà minime della persona umana e i basilari diritti civili?
Molti stati si sono schierati negli ultimi mesi ma ritengo gran parte delle posizioni fredde e poi vi spiegherò perché.
Sarò risolutivo: per me I GIOCHI VANNO FATTI.
Lo dice un’amante dello sport che immagina i sacrifici di atleti che spesso hanno solo una possibilità nella vita di entrare nella storia grazie a una competizione che non ha pari quanto a importanza e splendore.
Ovvio che non posso chiudere gli occhi sulle barbarie, perché così sono, cinesi in Tibet e nel resto del grande paese rosso. In primis le colpe sarebbero da indirizzare al CIO l’ente che ha scelto questo paese per ospitare la manifestazione a cinque cerchi. Anche con tutti gli auspici migliori, se si volesse rispettare i dettami dello spirito olimpico, la Cina è la scelta peggiore. Tuttavia si è già, e la storia ne è testimone, svolto regolarmente Olimpiadi boicottate da mezzo mondo o in stati con problemi civili al proprio interno.
Non voglio discutere delle Olimpiadi tedesche in pieno periodo fascista ma penso a Los Angeles, a Mosca, a Salt Lake City, olimpiade più recente svolta da uno stato che in quel momento era in guerra.
Anche in quest’ultimo caso era da boicottare? Il cuore direbbe di sì, lo spirito olimpico anche, ma questo spirito si è sbiadito. Ormai a farla da padrone sono sponsor e denari, soldi e pubblicità, prestigio e forse in secondo piano l’evento sportivo in se stesso. La storia dei costumi del nuoto o il fatto che si corra molto presto la mattina per questioni legate ai diritti televisivi, fanno capire come il celebre motto, l’importante è partecipare, dovrebbe essere rivisto davanti al dio denaro.
Soldi che probabilmente incideranno sulla scelta di eventuale boicottaggio o non da parte degli stati che hanno giganteschi interessi economici in ballo in Cina.
Qualcuno propone il boicottaggio mediatico, evitando di guardare queste Olimpiadi da parte nostra, telespettatori coscienziosi del problema Cina. Potrebbe essere una soluzione, ovviamente ma gli appassionati che come me fermano la loro vita povera quei quindici giorni per vedere tutte le gare, farebbero grossa fatica. Può pensare a ciò chi magari (e qui sarò “cattivo”) non le ha mai viste o le ha viste di rado , e prende “a pretesto ” il Tibet, per schierarsi con l’una o l’altra fazione.
Possiamo evitare le cerimonie o qualsiasi altra parte, ma per me è indispensabile salvaguardare le gare che rimangono il bello di quella 20 giorni che ogni quattro anni ci fa sentire orgogliosi di essere ITALIANI. Per questo motivo qui a destra rimane il banner che vi ricorda di visitare il sito italiano dei giochi olimpici.

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