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5 febbraio 2008

da Repubblica.it
Alla vigilia del decisivo Super Tuesday, la gara in campo democratico si fa sempre più dura con Barack Obama che guadagna terreno su Hillary Clinton e la supera in stati chiave come la California e il Missouri. Tra i repubblicani, invece, John McCain è decisamente in testa a New York e in New Jersey, ma Mitt Romney guadagna punti nella preziosa California, lo stato più popoloso nella sfida di domani.

L'ultima rilevazione Zogby vede il senatore democratico dell'Illinois in vantaggio sulla ex first lady nel Golden State, con il 46% delle intenzioni di voto, contro il 40% attribuito alla signora Clinton. Obama è popolare tra gli afroamericani e i bianchi mentre la senatrice di New York è più forte tra gli ispanici, e a livello nazionale risulta ancora in lieve vantaggio anche se ormai è testa a testa.

Zogby dà Obama in vantaggio anche in Missouri con il 47% contro il 42% dell'avversaria mentre in New Jersey i due sfidanti sono alla pari al 43%.

In casa repubblicana l'ex governatore del Massachusetts Mitt Romney fa un balzo su McCain in California con il 40% dei favori contro il 32% del senatore dell'Arizona, considerato finora il più forte.
Il margine di errore è di 3,3 punti. Nel Missouri McCain conduce la corsa con il 35% contro il 27% dell'ex governatore dell'Arkansas Mike Huckabee e con Romney in terza posizione con il 24%. Il margine di errore è del 3,4%. Nel New Jersey McCain ha il doppio dei punti di Romney, e migliora i risultati anche a New York dove è al 53% contro il 34 % del rivale.

La tornata elettorale di domani potrebbe essere decisiva per incoronare gli sfidanti per la corsa alla Casa Bianca: si vota in 24 stati e saranno assegnati 2.084 delegati democratici, oltre la metà dei 4.049 totali. Per capire l'importanza del Super Tuesday basta pensare che il 'numero magico' che consegnerà la nomination al candidato è 2.025. Minore, ma sempre consistente, il numero dei delegati repubblicani in palio: 1.108, su un totale di 2.380, poco meno del 'numero magico' di 1.191.

Ma con i duellanti dei due partiti impegnati fino alla fine del voto in un accanito testa a testa, potrebbe accadere che domani nessuno porti a casa un bottino di delegati sufficiente ad assicurargli l'incoronazione. In questo caso, la battaglia continuerebbe fino alle ultime tappe del processo, almeno fino al 4 marzo - la data che fino a quest'anno era del Super Tuesday - quando si voterà, tra gli altri, in Texas ed Ohio.

In campo democratico, Obama, forte di molti sostenitori eccellenti - l'ultimo appoggio è quello incassato da Maria Shriver, moglie di Schwarzenegger e nipote di JFK - incalza da vicino Hillary. E se, come la stampa americana arriva a ipotizzare, giungessero alla convention con un numero pari di candidati, diventerebbero decisivi i superdelegati, i 796 delegati onorari che includono membri del Congresso, governatori, ex presidenti ed ex vicepresidenti e rappresentano l'establishment del partito. Al momento, fra loro, la Clinton è in netto vantaggio su Obama, senza contare che tra questi vi è anche suo marito Bill Clinton.
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