E anche questo se n'è andato...

31 dicembre 2009

Tutto è pronto: ancora un po’ di pazienza e poi tutti saremo obbligati a stappare bottiglie su bottiglie, a fare gli imbarazzanti trenini inneggiando alla bellezza svanita di Brigitte Bardot, a cantare come frequentatori stabili di baccanali e karaoke. Il solito, insomma. Niente di nuovo, niente di che. Un altro anno ci dice addio, se ne va per la gioia di molti e per la tristezza di altri. Un anno più vecchi, dodici mesi di roba in più da raccontare alle generazioni future, stanchezza e pessimismo (od ottimismo, forse…) a fare da corollario al 2009. Un anno denso, densissimo, che si è aperto sotto le insegne di Obama e che si è chiuso con la caduta in avanti di Benedetto XVI, evento che avrebbe meritato una telecronaca del tandem Bizzotto-Bertone: Ratzinger come una Guo Jinjing qualunque intenta a deliziare i palati degli intenditori dei tuffi. Il tutto, passando dalla statuetta scagliata da uno psicolabile contro il plastico volto di Silvio il Cavaliere. Un anno di gossip, di puttane e puttanate, di escort e di minorenni partenopee che vogliono fare le attrici.

E’ stato l’anno del dolore dell’Abruzzo, dell’unità temporaneamente ritrovata della nostra Nazione, capace di condividere qualcosa solo quando si tratta di Mondiali di calcio o di tragedie. Da quell’inizio di aprile, quando la terra ha tremato, mesi e mesi passati ad ascoltare, a pensare, a guardare quelle famiglie che dall’oggi al domani si sono ritrovate a vivere in tende da campo, tra freddo, pioggia e fango. E’ stato l’anno di Eluana e di tutti i segreti sul mistero della sofferenza e della morte che si è portata con sé in quel freddo febbraio udinese. L’anno delle migliaia di volti segnati dal coraggio e dal valore di quei giovani iraniani che hanno deciso di sfidare il pugno di colui che tiene un popolo schiacciato da tanti, troppi anni. Hanno seminato bene, vedremo quello che sapranno raccogliere nel 2010. Ma una cosa è certa, le mura della apparentemente solida teocrazia mediorientale sono state colpite da picconi sempre più forti ed efficaci. Un anno che la politica nostrana ha visto il battesimo del partito unico del centrodestra e un Pd in affanno guidato da ben tre segretari, quello uscente, quello ad interim, e quello eletto. L’anno dei dimissionari illustri: da Dino Boffo colpito dalle sciabolate di un Vittorio Feltri più carico che mai, a Piero Marrazzo, più modestamente fatto fuori da un video girato da qualche trans brasiliano.

Chissà cosa rimarrà di tutto ciò nell’anno ormai alle porte. Probabilmente tanta roba, anche se (come sempre) si spera sempre in qualcosa di meglio. Sarà il clima natalizio che dovrebbe renderci tutti più buoni, fatto sta che mai come in questo periodo tutti parlano di amore e di concordia. E poi, con la dipartita di Madama Befana, tutti ricominciano a far casino, ad insultarsi e a sputarsi. E’ la vita, bellezza. Consuetudine innata alla quale non riusciamo proprio a rinunciare. Buon anno a tutti, senza distinzione alcuna di sesso, razza, religione ed opinione.

Matz per RaiBobo.it

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