Sala Ovale 2 OTTOBRE 2013

3 ottobre 2013

di Matteo Matzuzzi

La commedia forse è finita. O forse no, chi lo sa. Certo è che ciò cui abbiamo assistito in quest'ultima settimana sfiora ogni logica, la ragione e pure la fede. Non serve essere cattolici, buddisti o musulmani. Basta essere dotati di quel minimo di intelligenza per rendersi conto che lo spettacolo andato in scena in questi giorni è al limite tra il ridicolo e il patetico. Berlusconi si è incartato su se stesso, finendo per fare una figuraccia che passerà alla storia. Si è accorto di non avere più in mano il partito, di essere stato per mesi e forse per anni in balia di una cerchia tutt'altro disinteressata di falchi con canini appuntini e ugole urlanti. Ha ricostruito Forza Italia dandole un nucleo populista à la greca, puntando su un'ex fascista (Santanché), su un ex comunista (Bondi), su un ex socialista (Verdini) e su un ex radicale (Capezzone). Il risultato non poteva che essere quello che si è visto: l'ala moderata (o cosiddetta moderata) si è allontanata. I veri forzaitalioti della prima ora (Lorenzin) hanno preso le distanze da quel consilium presidiato da Ghedini & co. che ha orientato in questi mesi le scelte del Capo. Chiariamo subito: Letta è un giovane vecchio democristiano. E’ soporifero, balla sul filo dell’insussistenza politica. Insipido, noioso, mai deciso. Il discorso "storico" con cui ha chiesto la fiducia faceva pena. Lento, con riferimenti scontati e banali, pieno di promesse e rivendicazioni fuori luogo e ingigantite. Ma l’alternativa, qual è? Andare alle urne con un sistema politico che riprodurrà la stessa e identica situazione di oggi? Siamo seri, please. Lui andava spedito, dritto per la sua strada. Tanto Verdini gli assicurava che i traditori erano solo otto. E invece, quando ha scoperto che i ribelli erano più del doppio, ha mollato. "Votiamo la fiducia", ha detto parlando a braccio in Senato. Si è umiliato e, siccome è tutt'altro che stupido, ha capito che il 2 ottobre rappresenta un'altra tappa verso l'inesorabile tramonto. Che non è la decadenza da parlamentare, sia chiaro. Si può fare benissimo politica stando fuori dalle aule. Anzi, forse è pure meglio, Grillo docet. Ma con le giravolte sul voto di fiducia a Letta, innescato da lui stesso, ha mostrato tutta la sua debolezza, la sua incapacità di governare capre e pecore del suo gregge pidiellino. E quando gli attendenti non rispondono più al capo, il destino è segnato. In negativo.

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